In un paesino del cremonese, la giovane filandera Antonia vive con il padre, capolega della zona, la madre e altri tre fratelli alle dipendenze di un padrone arrogante e disumano. I contadini non accettano le dure condizioni a cui sono sottoposti e organizzano vari tipi di lotta e antagonismo. Dopo i grandi scioperi della primavera del 1948, la storia di Mirino e della sua famiglia passa attraverso l’attentato a Togliatti, che porta la base contadina a interrogarsi sulla «via italiana al socialismo» e sull’utopia della rivolta armata. Intanto Antonia si sposa con Bernardo, va a vivere nella Bassa bresciana e rafforza l’impegno in politica, guidando con il marito le lotte del ’49. L’ultima occupazione delle cascine vede la morte di Marziano Girelli, ucciso dai carabinieri, simbolo del sacrificio di braccianti e contadini di fronte a uno sviluppo economico ormai irrefrenabile.